Autor: giorgiodieffe
domingo, 22 de octubre de 2006
Sección: Toponimia
Información publicada por: giorgiodieffe
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“Villar”, “Pennar”, “Castellar”

Formazioni onomastiche della tarda latinità occidentale, originariamente definenti tipi diversi di "territorio diffuso"






I termini “villar”, “pennar” e “castellar” ( e tutte le loro successive modificazioni fonetiche locali, così come tutti i loro derivati, diminutivi e vezzeggiativi) sono proprii di quell’area europea che fece parte dell’Impero Romano e che espresse gli idiomi romanzi di tipo occidentale.
Quindi, l’area in questione va individuata nella penisola iberica, nella attuale Francia e nella parte alpina dell’Italia.

È chiaro che tutti derivino rispettivamente dalle preesistenti parole:

-villa
-penna
-castellum.

Una volta aggiunta la terminazione romanza in –ar, però, queste parole assumono vita propria e si distinguono nel significato da quelle originarie.
In ogni caso, indicano qualcosa che “assomiglia, pero non è precisamente”, una villa/penna/castellu(m).


VILLAR

Per capire che cosa si dovesse intendere originariamente per “villar”, mi sono rivolto allo studio dei documenti medievali della mia terra, il Piemonte (Italia).
Ho visto così che, in tutti i numerosi casi, si trattava di “territori boschivi antropizzati e caratterizzati da un insediamento sparso. Non un centro demico “ad similitudinem urbis”, ma piuttosto un insediamento “ad similitudinem villae”, cioè a carattere rurale, ma tuttavia differente dalla “villa” medievale, perché questa poteva anche essere un insediamento accentrato e, semmai, solo sfilacciato alle estremità, mentre il “villar” era sempre “sparso” su un vasto territorio, seppur facente riferimento a un’unica chiesa (non sempre dotata di fonte battesimale).

Particolarità del Piemonte è, poi, la presenza di “coppie toponimiche”, formatesi in epoca medievale su un medesimo territorio e nelle quali un “villar” si contrappone a un più piccolo “villaretto”.
Cfr. A.A. SETTIA, Assetto del popolamento rurale e coppie toponimiche nell’Italia padana (secoli IX-XIV), in : “Studi Storici” I, anno 36, gennaio-marzo 1995.

Comunque, è certo è che “villar”, all’origine fu un termine generico, che, per assurgere a toponimo, ebbe bisogno di una specificazione (villar “di qualcosa”), per permetterne la localizzazione geografica precisa.

La prof. Gourdon, dell’Università di Nizza (Provenza, Francia), nell’articolo : Peuplement et toponymie en Provence orientale et dans le pays niçois, in “Le mond alpin et rhodanien", numero speciale “Nommer l’espace”, 2/4 [1997] ha riassunto le posizioni dei vari studiosi di toponomastica circa la denominazione generica degli insediamenti. Asserendo che il termine villar , sia nel Piemonte, che nell’Occitania transalpina ed in Spagna, è sempre certamente usato dalle fonti medievali per definire un “nucleo decentrato, nel quale le case sono alquanto distanziate fra loro, su un vasto spazio”. Quindi, un territorio ad insediamento diffuso.

Niermeyer, citato dalla Gourdon, sembra proporre l’ipotesi per la quale “il villar è un luogo abitato facente parte d’un territorio che è stato oggetto di una donazione, ma che fu già precedentemente designato da un toponimo”.
Si potrebbe obiettare sul punto della “donazione”, non sempre necessaria, per l’instaurarsi di una signoria da parte di domini locali, ma il problema toponomastico non muterebbe.

La definizione che ho reperito in alcune pubblicazioni spagnole ("arrabal de una villa", "pueblo pequeño”) mi pare molto più superficiale, perché si ferma a descrivere cosa è il villar in tempi moderni.
Oggi, infatti, anche nell’Italia occidentale e nella Francia, il toponimo Villar (affiancato a uno specificativo) si può riferire sia a un insediamento frazionale di un comune, che a un piccolo paese. Esistono, cioè, luoghi dove “Villar (di…)” è il nome del Comune ed altri luoghi dove è solo il nome di una frazione di territorio comunale.

Passiamo a osservare la diffusione geografica del toponimo:

A) REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE PIEMONTE:

Provincia di Torino
(Valle Susa: Comune di Villar Dora, Comune di Villar Focchiardo, Comune di Villarbasse, frazione Villaretto di Usseglio…e, prima del 1885, esisteva anche un Villar Almese / Pinerolese Pedemontano: frazione Villar Alto di Cumiana / Val Chisone: Comune di Villar Perosa, Comune di Villaretto Chisone / Val Pellice: Comune di Villar Pellice, in passato chiamato Villar Luserna o Villar Bobbio / anche nello stesso Comune metropolitano di Torino esiste una borgata chiamata Villaretto, nelle vicinanze di Bòrgaro)

Provincia di Cuneo
(Valle Infernotto: frazione Villar di Bagnolo Piemonte; frazione Villaretto di Bagnolo Piemonte / Valle Varaita : frazione Villar di Sampeyre; frazione Villaretto di Sampeyre / Valle Maira: Villar San Costanzo)

Provincia di Vercelli
[in tale territorio provinciale esiste un Comune di Villarboit, ma escludo che si tratti originariamente di toponimo legato all’esistenza di un “villar”, perché esso è citato nelle carte medievali come Valleinbot ( 1164), Valaiboto ( 1195 ), Valabotto ( 1186 ), Valeboto ( 1186 ), Valebotte ( 1216 ), Vallelboto ( 1260 ), Valalbotum ( 1349 ), Vallarbot ( 1223 ), Vallarboto ( 1225): potrebbe derivare da un “fundus Vale Boti”, fondo di Guala, figlio di Bodo, due nomi personali germanici]

Ciò significa che il nome “villar” è diffuso soltanto nella fascia alpina e prealpina nella quale si parlava occitano in epoca medievale.
Sia in Occitano, che in Piemontese, Villar si pronuncia con una sola “l” e l’accento sulla “a” (più o meno lungo, a seconda della zona).


REGIONE LOMBARDIA

In provincia di Milano esiste una frazione Villarzino del Comune di Casaletto Lodigiano. Credo, però, che il toponimo non si riferisca all’esistenza di un “villar”, quanto, piuttosto da un “Villa Alcinii”, dialettamente “Vilarzin”, toponimo solo successivamente italianizzato.


REGIONE AUTONOMA TRENTINO-ALTO ADIGE / Italia Orientale

Meno problematica è l’esistenza di un microtoponimo “Malga Villar” nel Comune di Malé, Parco nazionale dello Stelvio. In tale area alpina, infatti, si parlava, in epoca medievale, il Ladino, che è un idioma che presenta grandi affinità con l’Occitano.


REGIONE CALABRIA /Sud Italia

Qui, esiste un Comune di Castrovìllari. L’accento si pone, però sulla prima “i” e ciò pone problemi seri di identificazione della presenza di un “villàr”. La citazione iniziale del toponimo risale all’epoca del conte Ruggero (1094), nella forma “Castreville”. Resta, comunque, probabile che la definizione “Castrum Villàri” (castello del villàr) non sia autoctona, ma imposta da dominatori francofoni. Ciò spiegherebbe la cattiva pronuncia e la errata accentazione, quanto l’assoluto isolamento del toponimo all’interno della realtà toponomastica meridionale italiana.


B) REPUBBLICA FRANCESE

Regione PROVENZA-COSTA AZZURRA:
Dipartimento Hautes Alpes > Villar-Loubière ; Villar-d'Arène ; Villar-Saint-Pancrace
Dipartimento Alpes de Haute Provence > Villars-Colmars
Dipartimento Alpes Maritimes > Villars-sur-Var
Dipartimento Vaucluse > Villars

Regione RODANO-ALPI:
Dipartimento Ain > Villars-les-Dombes

Regione AQUITANIA :
Dipartimento Dordogne > Villars

Regione LINGUADOCA-ROSSIGLIONE:
Dipartimento Aude >Villar-Saint-Anselme

Regione CHAMPAGNE.
Dipartimento Haute Marne > Villars-Santenoge

Le Villar-Laté - Vallée de la Guisane



C) REGNO DI SPAGNA


- VILLAR DE ARGAÑAN < SALAMANCA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE BARRIO => VILAR DE BARRIO
VILLAR DE CANES => VILARDECANES VILLAR DE CAÑAS < CUENCA (PROVINCIA) .< CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DE CIERVO < SALAMANCA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE CORNEJA < AVILA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE DOMINGO GARCIA < CUENCA (PROVINCIA) < CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DE FALLAVES = VILLARDEFALLAVES < ZAMORA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE GALLIMAZO < SALAMANCA (PROVINCIA) .< CASTILLA Y LEON

VILLAR DE LA ENCINA < CUENCA (PROVINCIA) .< CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DE LA YEGUA < SALAMANCA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE LOS NAVARROS < ZARAGOZA (PROVINCIA) .< ARAGON

VILLAR DE OLALLA < CUENCA (PROVINCIA) < CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DE PERALONSO < SALAMANCA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE PLASENCIA < CACERES (PROVINCIA) < EXTREMADURA

VILLAR DE RENA < BADAJOZ (PROVINCIA) < EXTREMADURA

VILLAR DE SAMANIEGO < SALAMANCA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DE SANTOS => VILAR DE SANTOS
VILLAR DE TORRE < LA RIOJA

VILLAR DEL ALA < SORIA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DEL ARZOBISPO < VALENCIA (PROVINCIA) < COMUNIDAD VALENCIANA

VILLAR DEL BUEY < ZAMORA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DEL CAMPO < SORIA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DEL COBO < TERUEL (PROVINCIA) < ARAGON
..< ESPAÑA

VILLAR DEL HUMO < CUENCA (PROVINCIA) < CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DEL INFANTADO < CUENCA (PROVINCIA) < CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DEL OLMO < COMUNIDAD DE MADRID < ESPAÑA

VILLAR DEL PEDROSO < CACERES (PROVINCIA) < EXTREMADURA

VILLAR DEL POZO < CIUDAD REAL (PROVINCIA) < CASTILLA-LA MANCHA

VILLAR DEL REY < BADAJOZ (PROVINCIA) < EXTREMADURA

VILLAR DEL RIO < SORIA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLAR DEL SALZ < TERUEL (PROVINCIA) < ARAGON

VILLAR Y VELASCO < CUENCA (PROVINCIA) < CASTILLA-LA MANCHA

VILLARALBO < ZAMORA (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON

VILLARALTO < CORDOBA (PROVINCIA) < ANDALUCIA

VILLARCAYO DE MERINDAD DE CASTILLA LA VIEJA < BURGOS (PROVINCIA) < CASTILLA Y LEON


Ne ho dimenticati certamente tanti e sicuramente alcuni in Galizia e in Catalogna, con una sola “l”
(ad es. El Vilar d'Urtx/Cerdanya, Catalogna), così come avrò dimenticato molti toponimi composti uniti.

Negli ex territori coloniali spagnoli d’America, invece, trovo un:

VILLARCARINA, < ARQUE (PROVINCIA) < COCHABAMBA (BOL, DEPARTAMENTO) < BOLIVIA


E’ da notare che “Villar” è divenuto un cognome di famiglia solo in Spagna, dove è frequente anche come predicato nobiliare.
Cfr. http://www.surnames.org/apellidos/villar.htm


Non ha nulla a che vedere con il “villar” il toponimo basco Areatza-Bilaro, nella provincia di Vizcaya, perché è citato in una carta del 1338 come “Villa de Haro”.



D) REPUBBLICA PORTOGHESE

Esistono in Portogallo dei luoghi chiamati Vilar con una sola “l”

Es. Vilar Formoso, freguesia do concelho de Almeida






PENNAR

La forma originaria romanza occidentale “Pennar” è sempre un oronimo e deriva da un ampliamento di una base precedente “Penn-”.
Tale base ha avuto come esiti, in molte lingue indoeuropee, parole che vogliono tutte quante esprimere “qualcosa che s’innalza al cielo/qualcosa che si protende/l’estremità di qualcosa”.

L’origine potrebbe essere trovata nella radice indoeuropea, individuata dal Pokorny come pet-2- : ptē-, ptō- (greco ptā-) nel significato di “cadere/volare”.

D’altronde, già nel Proto-IE, si trovano le radici *peta-, *ptā-, col significato di “volare”.

Non è un caso che il verbo latino “peto” ha il significato principale di “cerco di raggiungere/cerco di afferrare/mi protendo in direzione di…”.


Quindi, le forme “penn-” deriverebbero da una precedente “pet-n-”.

La radice ha avuto vari esiti:

- in latino:

1) “PENNA” i cui significati sono: “penna/piuma” “freccia/penna di una freccia” “volo/presagio/augurio” “penna per la scrittura” (Isidoro di Siviglia)
2) “PENNATUS” = “alato/pennuto”
3) “PINNA” i cui significati sono: “volo” (poetico); “penna d’uccello” “piuma d’uccello” “freccia/ strale” “pinnacolo” “pinna del pesce” “pala di mulino” “registro di organo idraulico”
4) “PINNACULUM”= “pinnacolo/sommità”
5) “PENIS” = “coda/membro virile”
6) “PENITUS”= “dotato di coda”
7) “PINNUS” = “aguzzo/acuto”
8) “PETO” = il verbo di cui si è parlato precedentemente.
9) “PROPITIUS” = “ciò che cade/tende a favore”
10) “PASSER” = “uccello del genere dei passeracei” da un arcaico “PAT-SRO” (= il volante)
11) “PENDEO” = significato principale originario “volo/mi libro nell’aria (detto di un uccello: in aere pendebat)” o “ricado (da un luogo alto) verso…”

- nei dialetti italici del gruppo osco-umbro-sabello-sannita:

1) “PENNA” = oronimo, nel significato di “roccia prominente/promontorio/capo (in senso geografico)”.

Questo termine ha avuto un forte riflesso nella toponomastica dell’Italia Centrale:

Pénna in Teverìna Comune in provincia di Terni (1.006 ab., CAP 05028, TEL. 0744).

Pénna San Giovànni Comune in provincia di Macerata (1.376 ab., CAP 62020, TEL. 0733).

Pénna Sant'Andrèa Comune in provincia di Teramo (1.673 ab., CAP 64039, TEL. 0861).

Pennabìlli Comune in provincia di Pesaro (3.124 ab., CAP 61016, TEL. 0541).

Pennadòmo Comune in provincia di Chieti (415 ab., CAP 66040, TEL. 0872).

Pennapiedimónte Comune in provincia di Chieti (669 ab., CAP 66010, TEL. 0871).

Pénne Comune in provincia di Pescara (12.214 ab., CAP 65017, TEL. 085).

una Punta Penna, esiste sul mare Adriatico, a Vasto, Chieti, Abruzzo

un altro oronimo Penna Luce, in Abruzzo

Penna della Rocca, è una palestra di roccia sui Monti Martani, Comune di Borgo Rivo, Terni

un Monte Penna esiste a Gualdo Tadino, Umbria


In Toscana, specialmente la provincia di Arezzo presenta frequentemente simili toponimi:

Diga di Penna (Civitella in val di Chiana, AR)
Castel La Penna (AR)
Prato alla Penna, Camaldoli
Pennuccia, presso Laterina, Arezzo

Gli “Appennini” sono una cordigliera di monti che dividono longitudinalmente l’Italia peninsulare
Esistette un dio romano detto “Appenninus pater”.

Pennìno Monte dell'Appennino umbro, di 1.570 m di altezza, situato al confine tra Marche e Umbria, tra i bacini dei fiumi Topino e Potenza.



Sempre la lingua osca ha influenzato i seguenti toponimi, presenti nell’Italia Meridionale:

un lago la Penna, Cosenza, Calabria

un oronimo La Penna, Calaggio irpino (AV)

una Punta Penna, sul mare Tirreno, nella baia di Ieranto, Comune di Massa Lubrense, Salerno

Non si contano i microtoponimi Pennine/Pendine/Pendina/Pennina/Penninella/Pendinella/Pigninella, fino in Puglia.





- anche in celtico:

1) “PENNO”, in gallico = “testa/capo”
2) “PENN”, nel dialetto celtico della Cornovaglia= oronimo che costituisce la prima parte di molti toponimi composti (applicati specialmente a fattorie isolate) e significa “capo/promontorio”. Anche in bretone, “PENN” significa “testa, punta, estremità”.


3) In vari dialetti celtici, il nome generico dell’ uccello o di una particolare specie di uccelli è espresso con derivati della radice precitata:
Celtic: *pet-; *petno-, *petǝno-, *petniā́- > OIr ēn `Vogel'; ette `Fittich', Ir eite `Fittich'; OCymr hedant `volant'; eterin, opl. atar `Vogel'; atan `Flügel, Feder', Cymr hed, hedeg `das Fliegen'; aderyn, pl. adar `Vogel'; edn `halte Vogelschau'; adan `Flügel, Feder', adnog `pennetus', OCorn hethen `halte Vogelschau', OBret etn-coilhaam `halte Vogelschau'; attanoc `volitans', atanocion `aligeris', MBret ezn `Vogel', Bret evn, ein `Vogel'


- in greco:

1) PTERÓN = “penna/ala”



- in germanico:

1) FEATHER/FEDER= “penna/ala”


Comunque, tutto sta a dimostrare ancora una volta che il mondo celtico e quello italico (specialmente osco-umbro-sabello-sannita) fosse fortemente interconnesso sotto il profilo culturale.

Infatti, oronimi del tipo PENN-(A) li troviamo sia in ambito celtico, che italico.

Facciamo l’esempio dell’Elvezia celtica, attuale Svizzera. Nella parte romanda, ancor oggi si incontrano :

- Penna o Penne (Pointe de —, VS). Sommet de 2 782 mètres, dans le district d’Entremont.

- La Grande Penne, un pâturage est « le grand bout » et le Torrent de Penne, affluent du Valsorey, « le torrent de la pointe ».

- Penthalaz (VD). Pentala en 1182, Pentalla en 1387, Penthala en 1574, Pentallaz en 1799. Composto di *Penn+talu = “la superficie (il campo) dell’estremità”.

- Penthalaz (Daillens, district de Cossonay), idem. Nello stesso luogo esiste pure un Petit Penthalaz.

- Penthalaz. Nécropole romaine (en Illette)

- Penthaz. Nécropoles du haut moyen âge (en Sauffaz).


In area attualmente italiana, ma che fu di lingua celtica si trovano i toponimi:

Pennes, vàlle. Valle dell'Alto Adige, attraversata dal torrente Talvera. Dal passo omonimo si estende fino a Campolasta, dove sbocca nella Val Sarentina.

Pennìne, Àlpi. Sezione delle Alpi Centrali, tra il Col de Ferret e il passo del Sempione. Vi si trovano il Cervino (4.478 m), il Monte Rosa (4.634 m) e il Gran San Bernardo (2.469 m), che è la via più diretta tra la Val d'Aosta e l'alta valle del Rodano.
Qui il dio della montagna si chiamava “Poeninus”.

Pènice, monte in provincia di Piacenza.

Rocca Penna, a Borgone di Susa, val Susa (Piemonte)

Penna, in val Roia, comune che fu già della provincia di Cuneo, in Piemonte, ma in area linguisticamente ligure moderna –seppure con forti influenze occitane – cambiò il nome in “Piena” nel 1862, a seguito dell’Unità d’Italia, per non essere confuso con i Penna esistenti nel resto della penisola (Comune ceduto alla Francia come risarcimento di guerra, con Briga e Tenda, nel 1946: ora, si chiama Piene-Haute e la valle intera si chiama Vallée du Roya)

una Val Penna solcata da un Torrente Penna (Genova)

una Val Pennavaira (Liguria)

un monte detto Penna di Novellano, Comune di Arimannoro , Modena (Emilia)

un Costone alla Penna , Alpi Apuane, Massa Carrara (alta Toscana, al confine con la Liguria)



In Francia, invece, troviamo dei derivati di PENN-A, sulle Alpi e sui Pirenei.

In Savoia esistono toponimi come: Pena, Penaille, Penna, Pennaz, Penne, Pinéa, Pinet.
Inoltre, nel patois savoiardo, “penna” significa “roccia” e, in francese antico, “penne”= “cima, punta”.

La regione Chablais, situata in una zona compresa tra i cantoni svizzeri di Valais e Vaud e l’Alta Savoia, deve il proprio nome alla traduzione volgare romanza di “Penn-loch” = l’estremità del lago. Dopo una primitiva latinizzazione superficiale “Pennelocus”, il toponimo fu tradotto “Caplatio”, nel 1179, poi, “Capo lai”, “Chablai” nel 1145, francesizzato in Cablai, reso nel patois attuale con Tsab-lé.

Nella Charente, esiste il toponimo « Merpins » [Merpens vers 1081 (Cart. St-J.-d'Ang.); de Merpis 1214, de Melpino 1216, de Merpisio 1234 (Cart. Barb.); Mirpinium (Cart. Saint.)], che deriva da
*Maropennos= "il grande promontorio":

in Provenza:

- La Penne sur Huveaune
- Les Pennes Mirabeau (département des Bouche du Rhône).

Nei Pirenei francesi, solo per far alcuni esempi:
- Péne Haute
- Suberpéne
- Péne Sarrière, a Gourette (Pyrénées Atlantiques)



In Scozia o, in Irlanda, troviamo spesso degli oronimi "Ben" o "Bheinn". La differenza è che simili nomi vengono attribuiti a alture dolci e meno dirupanti di una falesia.
Quindi, la radice PENN- non si riferisce sempre a qualcosa di fortemente elevato. D’altronde, ogni cosa al mondo è sempre relativa e, dove non esistano grandi montagna, anche una collina è già tale.


Nella stessa Inghilterra, che fu celtica, ma venne poi germanizzata:
Pennìns (monti). Regione montuosa che si allunga in Inghilterra per ca. 280 Km, dai monti Cheviot a nord, fino alle Midlands a sud. La sua vetta principale è il Cross Fell (894 m), nella parte settentrionale.


I dialetti romanzi iberici (compreso il Castigliano) conservano derivati di PENN-A con significato non toponomastico specifico.
In tale area linguistica, la doppia N (NN) è evoluta in Ñ/NH/NY.

Il castigliano attuale possiede (fonte: www.rae.es / Diccionario de la Real Academia Española):

peña.
(Del lat. pinna, pluma, ala, almena, etc.).
1. f. Piedra grande sin labrar, según la produce la naturaleza.
2. f. Monte o cerro peñascoso.

peñasco.
1. m. Peña grande y elevada.


Solo nell’area occidentale della Romània linguistica, comunque, sono stati formati derivati di PENNA, con suffisso romanza in –AR, avente funzione denominativa (da un originale PENNAR), senza che si tratti di nomi composti.


E’ vero che esistono vari microtoponimi PENNAR/PENNARE/PENNAIRE, in aree dove attualmente si parlano lingue celtiche (es. Cornovaglia), ma in quei casi si tratta di nomi composti PENN+AR o +ARE o +AIRE Due parole distinte.

Vedere: http://cornovia.org.uk/ihpnc/p.html.
An Index to the Historical Place Names of Cornwall (P)

Nel caso delle lingue romanze occidentali, invece, PENNAR è una parola sola, non composta, divenuta toponimo.
Nella regione iberica, frequente è il toponimo “PEÑAR”, sia al maschile, che al femminile:
Es.
-Bosques Del Peñar, Pachuca
-Mirador de la Peñar

In Francia, i toponimi Pinier, Pignard, Pinard, Penare, non sono che evoluzioni di un precedente PENNAR romanzo altomedievale e non hanno nulla a che vedere con l’albero di pino e le pinete.

In Italia, e più precisamente in Piemonte, esistono, poi, vari toponimi interessanti:

-PIGNEROL, monte della val Germanasca

-PINASCA, Comune della val Chisone. Nel medioevo fu l’intera parte della valle che sboccava nella pianura padana a chiamarsi “vallis Pinayrasca/vallis Pinarasca”, che significa “valle Pennarana”, con –asca come terminazione aggettivale di origine ligure antica ed equivalente al latino –ana. “Pennarasca” significò, quindi, “del Pennar”. Da notare che nella valle stessa, esiste anche un insediamento chiamato VILLAR PEROSA, sempre con la medesima terminazione romanza occidentale in –AR.

-PINEROLO, cittadina allo sbocco della val Chisone (o meglio dell’antica “vallis Pinarasca”). L’insediamento fu costruito, in epoca medievale, su un promontorio terminale delle Alpi, che guardano verso la pianura padana. Le forme più antiche attestate sono “Pinayrolius/Pinarolius”. Indebitamente è stato attribuita l’origine all’esistenza di una primitiva pineta….solo che non esistettero mai pinete, in epoca storica, a 400 metri d’altitudine. L’albero del pino, quindi, non ha niente a che vedere con Pinerolo, nonostante sia raffigurato nello stemma cittadino.
E’ significativo anche il fatto che, quando la città passò alla Francia (per un centinaio d’anni in tutto), fu designata come PIGNEROL…e il francese -GN- si forma sempre a partire da un primitivo -NN-.
La forma con una -N- sola si può esplicare solo col fatto che il dialetto romanzo del Piemonte non conosce le cosiddette vocali doppie. Per esempio: “annus”, in piemontese è “an” o “ani”…però, sono attestate forme antiche “agn”.
Ciò lascia presumere che, localmente, l’evoluzione sia stata:
PENNAROLIU(M)>PINNAROL>PIGNAROL>PINAROL>PINAREUL, attuale (da cui l’italianizzazione “PINEROLO”).
Quindi, così come la “Pinarasca” era la “valle del Pennar”, “Pinerolo” deve essere considerato “ un Pennar piccolo o un Pennar grazioso”, cioè un Pennar in forma diminutiva o vezzeggiativa.

“Pinerolo”, castiglianizzato giustamente in “Peñarol”, ha anche dato il nome a un quartiere di Montevideo. Là, infatti, un emigrato pinerolese chiamato Giovan Battista Crosa, dapprima venne soprannominato con riferimento al toponimo della città d’origine e, poi, lo trasmise al suo quartiere di residenza.

D’altronde, in territorio italiano è pure ancora attestata una forma originaria immutata PENNAR: essa è un microtoponimo veneto, riferito ad una località montana nel Comune di Asiago, Vicenza.

Si tratta di vedere cosa si intendesse originariamente per PENNAR/PEÑAR/PIGNAR nei dialetti romanzi occidentali. Evidentemente , la parola non si limitò ad esprimere lo stesso concetto di PENNA, ma piuttosto uno affine.
Personalmente, azzardo che possa aver significato “il luogo delle PENNE”, con PENNA intesa come “rilievo estremo, promontorio”. Quindi, PENNAR sarebbe stato originariamente un “territorio diffuso” e non un “punto territoriale minimo”.


CASTELLAR

La stessa sensazione di trovarmi di fronte a un “territorio diffuso” la provo pure in relazione a formazioni toponomastiche del tipo CASTELLAR.

Anche qui, ci troviamo di fronte a “CASTELLU(M)” ed alla desinenza romanza occidentale –AR.

Il significato non può, naturalmente, essere quello immediato di “castellum”. Ciò perché in linguistica vige il principio del risparmio: in sostanza, dove è sufficiente dire di meno, non si dice di più.

La diffusione di CASTELLAR corrisponde esattamente all’area della romanità occidentale.

Esempi:

REGNO DI SPAGNA

Castellar de la Frontera (Cadiz,Andalucia)

Castellar (Jaén, Andalucia)

Castellar-Oliveral ( pedania de Valencia/València - Comunidad Valenciana)

Castellar del Riu ( Barcelona )

El Castellar, localidad de Teruel.

Castellar de la Muela, municipio de Guadalajara.

Castellar de n'Hug, municipio de Barcelona.

Castellar de la Ribera, municipio de Lérida.

Castellar del Riu, municipio de Barcelona.

Castellar de Santiago, municipio de Ciudad Real.

Castellar de Santisteban, municipio de Jaén.

Castellar del Vallés, ajuntament de Barcelona.

Castellar de la Muntanya (Garrotxa).





REPUBBLICA FRANCESE

Castellar. Village médiéval de 850 habitants, perché à 375 mètres d'altitude, à 7 km de Menton, Alpi Marittime, Nizza

Doué-la-Fontaine lieu-dit : Moulin de Castellar

Oltre a tutti i vari :

Chatelar
Chatellar
Chatelard
Chatellard
Chatellier



REPUBBLICA ITALIANA

Castellar, Comune di 247 abitanti della provincia di Cuneo, Piemonte

Castellar, frazione del Comune di Boves , Cuneo, Piemonte

Castellar Guidobono, Comune della Provincia di Alessandria, Piemonte

Castellar Ponzano, frazione del Comune di Tortona, prov. di Alessandria, Piemonte


A questi toponimi si devono aggiungere tutti quelli italianizzati in CASTELLARE (specialmente nella regione Toscana), CASTELLARO e CASTELLIERE.

L’esperienza dimostra che si tratti sempre di “territori diffusi” sui quali esistette un primitivo “castellum” antico, già diroccato in epoca alto-medievale.


© Giorgio Di Francesco

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