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lunes, 18 de diciembre de 2006
Sección: Historia
Información publicada por: diviciaco
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Una consideracion personal sobre el C14 (manana traduzco):
Facciamo proprio il caso dell’uso del Carbonio14 per le datazioni. La stessa prestigiosa rivista “Science” (nov. 1974, pag. 638-640) pose in dubbio la validità dell’impiego di “(san) Carbonio”, in un caso particolare. Quello d’un banco d’escrementi d’un animale, un enorme mammifero americano estinto, il “Perezoso gigante”, trovato nella grotta di Rampart, in prossimità del Gran Canyon. Orbene, seppure “perezoso” in spagnolo corrisponda a “paresseux” in francese, quindi “pigro” in italiano, questo animale avrebbe dovuto avere non solo movimenti lentissimi (da cui il nome), ma anche un intestino pigrissimo, perché, stando alle analisi scientifiche, lo sterco dello strato superiore avrebbe datato 10.500 anni fa e quello inferiore, fino a 35.000 anni. La rivista espresse, quindi, i propri dubbi nel seguente modo: “Così si può concludere che o il Perezoso gigante era una varietà animale che soffriva di altrettanto giganteschi problemi intestinali o la attività del radiocarbonio è andata aumentando nei tempi più vicini a noi: il che renderebbe inaffidabile il metodo di datazione”.
Un aggiustamento di tale metodo è stato recentemente proposto dall’archeologo Paul Mellars sulla rivista Nature, nel numero del 26 febbraio 2006. Sulle pagine della medesima si spiega che, agli inizi degli anni ’60 del XX secolo, l’utilizzo della datazione con il Carbonio14 servì per sfatare l’ipotesi secondo la quale le civiltà megalitiche europee sarebbero state le eredi dei saperi antichi degli Egizi. Infatti, fu stabilito, che i Dolmens celtici della Bretagna avrebbero datato ben 5000 a.C., cioè molto prima che le grandi dinastie egizie. Uno scoglio, però fu quello della datazione del periodo di coesistenza tra uomini neanderthaliani e uomini sapiens sapiens: i risultati forniti allora furono di 10.000 anni e fecero sprecare pagine e pagine a illustri studiosi. Ora, ci si è accorti, però, che una contaminazione dell’1% in carbonio moderno fornisce un’età di 33.000 anni relativamente a un oggetto che in realtà dovrebbe datarne 40.000. Per un migliore risultato, quindi, si tende a usare spettrometri di massa, che contano direttamente i differenti isotopi di Carbonio. Poi, una infiltrazione di Carbonio permette di eliminare la materia organica moderna. Infine, la realizzazione di una curva di calibraggio corregge i risultati in funzione della variazione del tenore di Carbonio presente nell’atmosfera in questo periodo.
Con tali accorgimenti, il surriferito periodo di coabitazione di neanderthaliani e sapiens sapiens si riduce a 6000/8000 anni. Una differenza che non è esattamente un bruscolino. E’ probabile, comunque, che in futuro il metodo verrà ulteriormente perfezionato.
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